A cura di Redazione
Cos’è la devitalizzazione di un dente?
La devitalizzazione di un dente consiste in una pratica medica particolarmente nota nel settore dell’endodonzia. Quest’ultimo termine si suddivide in due parole: endo ed ondotos, che significano rispettivamente dentro e dente. Questo intervento quindi riguarda la zona interna al dente.
La pratica viene effettuata in maniera del tutto indolore al fine di eliminare infezioni presenti al suo interno, solitamente causati da batteri che vivono all’interno della bocca e possono proliferare diventando pericolosi nei seguenti casi: carie profonde, traumi o invecchiamento.
Normalmente l’intervento viene svolto da professionisti a seguito di una radiografia, dove viene mostrato il profondo danneggiamento della polpa a causa dell’infezione.
L’obiettivo della devitalizzazione di un dente consiste proprio nel suo salvataggio, in quanto se tale intervento non viene effettuato si dovrebbe procedere alla rimozione completa del dente.
Il costo della devitalizzazione può dipendere da quale dente l’intervento riguardi: nello specifico, questa chirurgia verso incisivi e canini costa 100 euro, mentre la devitalizzazione dei molari presenta un costo pari ai 350 euro. I costi possono variare a seconda degli studi.
Devitalizzazione di un dente: perché effettuarla?
Come precedentemente anticipato, la devitalizzazione del dente viene effettuata quando il tessuto molle presente all’interno della camera pulpare, nota anche come polpa, si infetta a causa della proliferazione dei batteri o si infiamma. L’infezione o infiammazione derivano da tante cause, quali: dente rotto o scheggiato, interventi dentistici ripetuti e carie profonde.
Qualora il dente abbia subito dei traumi è possibile che anche la polpa sia danneggiata, anche se non vi sono rotture apparenti. In questi ultimi casi è possibile che il dente si infiammi e che tale infiammazione continui a crescere, causando infezione e dolore.
Prima ancora di fare l’intervento si deve effettuare una panoramica dentale mediante l’esame a raggi X, i quali consentono di verificare o meno la presenza di un’infezione nella polpa.
Se quest’ultima risulta infettata e non la si cura, è possibile che il proprio caso peggiori fino a far raggiungere l’osso.
Inoltre, vi sono dei casi dove la devitalizzazione del dente viene richiesta nonostante non si senta alcun dolore: normalmente l’intervento è necessario a causa dei costanti dolori percepiti, ma alcune persone in seguito a degli esami possono scegliere di farlo comunque.
Nonostante le casistiche in questione siano meno note rispetto a quelle che presentano dolore, sono comunque presenti: in quei casi particolari gli interventi sono stati organizzati a causa della polpa infetta o danneggiata, e perché qualora non si tratti il dente la situazione potrebbe peggiorare.
Quali sono i sintomi dell’infezione alla polpa?
Prima ancora di recarsi allo studio dentistico è possibile avvertire sintomi spesso dolorosi, i quali indicano un’infezione alla polpa. Nello specifico, si può provare dolore quando si mastica o quando si assumono cibi e bevande calde o fredde.
Nel corso dell’infezione è possibile anche che tali sintomi possano sparire, ma ciò non significa che sia sparita: infatti, a questo punto l’infezione può aver raggiunto il canale radicolare.
Una volta raggiunta questa fase, possono comparire altri sintomi particolarmente dolorosi, quali: gonfiore del viso e della gengiva, perdita di pus e colore variato del dente.
Nel caso in cui si percepisca dolore è possibile recarsi direttamente presso lo studio dentistico.
Come è strutturata la devitalizzazione del dente?
La devitalizzazione del dente consiste in un intervento particolare e che deve essere effettuato da professionisti nel settore. Innanzitutto ci si deve sottoporre alla panoramica dentale, la quale consente al dentista di avere tutte le informazioni necessarie riguardanti il canale radicolare, oltre a tutti i danni presenti.
Normalmente questo intervento viene effettuato con un’anestesia locale mediante delle iniezioni, le quali non provocano dolore alla gengiva. Quando il dente è morto non si sente alcun dolore, pertanto l’anestesia non risulterebbe utile.
Rimozione della polpa
La prima fase vera e propria in seguito all’anestesia consiste nell’applicazione di un foglio di gomma dalle piccole dimensioni, il quale ha il compito di isolare il dente ed è anche noto come diga.
Il dente risulterà quindi del tutto libero dalla saliva nel corso della procedura e non vi sarà alcuna possibilità di ingerire le sostanze usate dal dentista nel corso del lavoro.
Successivamente, si effettuerà un’apertura sulla corona al fine di accedere alla polpa, ossia ai tessuti interni molli: questi verranno rimossi tramite un apposito strumento.
Se invece è solo presente un ascesso, si procederà a drenarlo completamente al fine di garantire la guarigione del dente.
Riempimento e pulizia del canale radicolare
Una volta rimossi del tutto i tessuti molli interni al dente il dentista potrà quindi procedere alla pulizia e al lieve ingrandimento del canale, così da permetterne un eventuale riempimento successivamente.
La seconda fase è una tra quelle più durature e che può durare fino a svariate ore, affinché sia completata. A seconda dei casi particolari è anche necessario suddividere la fase di pulizia e riempimento in più sedute.
In questi ultimi casi è anche necessario che il dentista utilizzi farmaci adatti per eliminare batteri residui presenti nel canale, così da poter quindi chiudere il dente mediante un riempimento temporaneo.
Se si hanno sintomi da infezione particolarmente gravi, quali gonfiore o febbre, è possibile utilizzare degli antibiotici.
Chiusura del dente e sigillatura dei denti
Come fase successiva, è prevista la rimozione sia del farmaco sia del riempimento temporaneo precedentemente posti.
Il dentista procederà col riempimento del canale radicolare mediante l’utilizzo di un materiale simile alla gomma, noto come guttaperca, ossia un materiale biocompatibile.
A meno che non siano presenti casi particolari o complicanze, l’apertura viene infine chiusa tramite un’otturazione temporanea.
Ricostruzione del dente
Come ultima fase vera e propria del trattamento di devitalizzazione del dente si ha la sua ricostruzione.
Normalmente i denti che si trattano vengono rotti molto più facilmente ed è per tale motivo che lo studio dentistico procede con la loro ricostruzione.
In particolare, viene effettuata la ricostruzione della corona affinché il dente sia protetto e coperto correttamente.
L’applicazione della corona può essere fatta tramite diversi materiali di qualità, quali: materiale ceramico, metallo o una combinazione tra ceramica e metallo e infine vetro rinforzato.
L’otturazione temporanea precedentemente installata verrà rimossa prima che il dente venga ricostruito. Inoltre, la dimensione originale del dente verrà lievemente diminuita al fine di far posto alla corona e alla sua applicazione.
Convalescenza e risultati
Una volta terminato l’intervento di devitalizzazione del dente non saranno necessarie attenzioni particolari. Si consiglia però di evitare la masticazione sul dente precedentemente devitalizzato, almeno fino a quando termina il trattamento.
Il dolore che si sente a causa dei sintomi potrà sparire già a partire dalla prima seduta o per poche ore in più. La sensibilità aumentata del dente, però, potrebbe farlo persistere per un breve tempo. Se invece il dolore viene ancora sentito o se ricompare è necessario ritornare allo studio dentistico.
Inoltre al fine di prevenire ulteriori possibili problematiche sono consigliati dei comportamenti da rispettare, quali effettuare una regolare pulizia dei denti, un’igiene orale adeguata, evitare di consumare cibi dolci e cessare di fumare.
I risultati dati dalla devitalizzazione del dente sono molteplici e sono molto benefici.
In primo luogo questo trattamento consente di evitare la rimozione o perdita totale del dente, bensì mira a salvare e curare l’infezione che lo ha colpito e dalla quale derivano i vari sintomi dolorosi.
Secondo la letteratura attuale, nel 90% dei casi i vari denti possono essere mantenuti in sede per un tempo molto prolungato, che va dagli 8 ai 10 anni.
Questa protezione è ancor più consolidata in presenza della corona, applicata durante il trattamento.
La durata del dente però non dipende esclusivamente dall’intervento, ma anche dalle proprie abitudini. Per garantirne la salute si consiglia di garantire un’igiene orale efficace.
La durata del dente dipende anche da altri fattori appartenenti alla propria situazione clinica, quali: forze che si applicano nel corso della masticazione o denti naturali rimasti.
Qualora si presentino fenomeni di recidiva è necessario ripetere l’intervento di devitalizzazione.
A seconda dei casi la devitalizzazione può avere svariate durate: nella maggior parte dei casi, secondo l’utilizzo di tecnologie odierne, le visite ambulatoriali possono essere una o due. In seguito si avrà un maggior sollievo e un dente al proprio posto.
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