A cura di Redazione
Gli impianti dentali sono la soluzione ottimale per chi vuole ritrovare la funzionalità corretta dell’arcata dentale durante la masticazione e la comunicazione, oltre che un sorriso splendente.
Ma gli impianti dentali hanno controindicazioni?
Come tante altre tecniche, anche per quest’innovativa opportunità, ci sono degli aspetti da considerare e in particolare bisogna conoscere eventuali problemi che potrebbero insorgere.
L’approccio ottimale è quello di rivolgersi a uno studio dentistico professionale capace di prendere le dovute decisioni in virtù della storia clinica del paziente in quanto, soltanto in questo modo, si potranno valutare adeguatamente quali possono essere le più diffuse controindicazioni per gli impianti dentali.
Quindi, prima di intraprendere questo genere di soluzione, bisogna valutare lo stato generale di salute del paziente, quali sono state le patologie pregresse oppure quelle attualmente presenti.
Inoltre, il dentista deve tenere in debita considerazione sia l’eventualità dell’assunzione di farmaci e sia alcune situazioni pregresse relative a interventi chirurgici eseguiti in passato, non solo per l’arcata dentale.
Impianti dentali controindicazioni
Per scongiurare possibili controindicazioni e problematiche relative agli impianti dentali, bisogna preparare adeguatamente il paziente valutando tutta la sua storia clinica e, dopo l’intervento, anche fissare controlli periodici dal dentista. Questo perché le controindicazioni degli impianti dentali possono essere molteplici e riguardare condizioni patologiche che potenzialmente potrebbero aggravarsi andando a incidere sulla guarigione e sulla durata stessa dell’impianto.
La casistica di controindicazioni é piuttosto ampia, per cui è necessario valutare attentamente lo stato di salute del paziente e tenere in considerazione tutti i vari aspetti. Vediamo nel dettaglio quali sono gli impianti dentali e le controindicazioni possibili.
Il rigetto e allergie
Il problema principale che sorge quando si introduce all’interno dell’organismo un corpo esterno come un impianto dentale, é il rigetto.
Un problema che riguarda un po’ tutti gli interventi chirurgici a prescindere dalla parte del corpo in cui vengono eseguiti.
Quando si esegue un intervento chirurgico per inserire un impianto dentale, il paziente non viene sottoposto ad alcun genere di fastidio e di dolore se il dentista dispone delle strumentazioni adatte e soprattutto della professionalità adeguata. In questo caso sarà possibile avere un’esperienza ottimale con tempi di recupero ottimizzati.
Purtroppo per vari problemi, tutto questo non è sempre possibile anche perché spesso si sente parlare di rigetto fisiologico, una condizione che va associata alla mancanza di osteointegrazione.
Su questa situazione bisogna fare una doverosa premessa in quanto il rigetto molto spesso viene causato non dalle caratteristiche della tecnica di installazione dell’impianto, bensì dalla qualità dei materiali usati per l’impianto.
Inoltre, per evitare questa situazione, è necessario che il dentista sia competente e disponga della professionalità adeguata per poter operare al meglio.
Una problematica che potrebbe manifestarsi durante l’installazione di un impianto dentale é quella di una forma di allergia più o meno grave.
In pratica, si riscontra l’insorgenza di eventi batterici che può essere facilmente prevenuta attraverso il rispetto dei consigli che vengono dati dal dentista che ha eseguito l’intervento per una corretta igiene orale.
L’igiene orale in generale è sempre importante, ma lo è ancora di più in questo genere di interventi. Per questo motivo è essenziale prevedere dopo l’intervento chirurgico, anche una serie di controlli periodici che vanno effettuati nei primi 40 giorni per dar modo al dentista di valutare il decorso e se ci sia o meno l’insorgenza di situazioni batterie che potrebbero comportare fastidi importanti e la nascita d patologie che riguarderebbero tutto l’impianto dentale.
L’importanza della corretta osteointegrazione
La corretta osteointegrazione è un aspetto importantissimo per minimizzare le controindicazioni di un impianto dentale e soprattutto per scongiurare sia l’insorgenza di malattie plantari sia lo stesso rigetto.
C’è da considerare che per assicurare la corretta osteointegrazione, bisogna innanzitutto scegliere i materiali più adatti per la specifica cavità orale e tenere sotto controllo la situazione per un periodo di circa 6 mesi.
L’osteointegrazione è la capacità dell’impianto di integrarsi alla perfezione direttamente sull’osso mascellare oppure su quello mandibolare a seconda della scelta che è stata fatta dal dentista. Qualora questa situazione dovesse andare a buon fine, c’è la certezza di avere a disposizione un impianto dentale funzionale e duraturo nel tempo.
C’è comunque da tenere in considerazione che le tempistiche appena indicate, possono variare anche in maniera significativa da soggetto a soggetto.
Tra l’altro, se si dovessero presentare dei problemi come sanguinamenti oppure un eccessivo gonfiore, si può certamente risolvere il tutto con l’utilizzo di antibiotici e analgesici prescritti dal dentista.
Solitamente queste problematiche possono presentarsi con maggior frequenza nelle ore immediatamente successive all’installazione dell’impianto dentale.
Le controindicazioni specifiche degli impianti dentali
Ci sono alcuni casi in cui il dentista deve necessariamente sconsigliare al proprio paziente la scelta degli impianti dentali.
La prima situazione è quella in cui il paziente è alle prese con una patologia cardiologica in corso di terapia antiaggregante. In questo caso bisogna attendere che venga terminata la terapia per poter così procedere all’intervento di implantologia. È essenziale in questa fase la perfetta interazione tra il dentista e il cardiologo curante.
Non si possono effettuare impianti dentali anche se il paziente sta eseguendo chemioterapia oppure radioterapia, soprattutto se nella zona della bocca, della lingua e del primo tratto digerente.
Impianti dentali e altre controindicazioni
Gli impianti dentali comportano diversi vantaggi per chi vuole ritrovare una certa facilità nella masticazione e più in generale nell’utilizzo delle arcate dentali.
Tuttavia, come è stato già evidenziato in precedenza, ci sono alcune situazioni che presentano controindicazioni e rischi da valutare adeguatamente con il supporto di un dentista professionale.
Oltre alle situazioni già analizzate nel precedente paragrafo, occorre anche valutare che in pazienti in cui c’è un diabete non controllato con valori di glicemia alti, potrebbe essere molto alto il rischio di insuccesso dell’impianto. Mediamente, infatti, sono molti i casi per questo genere di pazienti, di un rigetto dell’impianto nel medio e lungo periodo. Anzi gli studi sottolineano come, con il passare del tempo, aumenti il rischio per gli impianti dentali di pazienti con diabete con valori alti.
Il miglior approccio è quello di rivolgersi a un medico specialista per curare prima adeguatamente questa situazione patologica riportando i valori di glicemia in un range accettabile e poi eventualmente prendere in considerazione l’opportunità di installare un impianto dentale.
Anche il fumo è un fattore di fortissimo rischio soprattutto nelle persone che hanno l’abitudine di consumare più di un pacchetto al giorno. Naturalmente per abbassare il rischio della comparsa di una patologia implantare oppure addirittura di rigetto, bisogna cercare di eliminare completamente il fumo dalle proprie abitudini.
Altri fattori di rischio degli impianti dentali
Oltre a tutte le situazioni che abbiamo visto, ci sono anche altre possibili cause di insuccesso e di rischio maggiore.
Innanzitutto, durante l’intervento chirurgico, un dentista poco esperto potrebbe commettere l’errore di avvicinarsi eccessivamente al nervo alveolare inferiore. Se questa cosa dovesse avvenire, si potrebbe anche creare una situazione di parestesia del labbro inferiore ossia si perde la sensibilità di questa parte del proprio viso. Il rischio è decisamente basso, soprattutto se si utilizzano le strumentazioni migliori e si procede con estrema accuratezza. Il rischio si abbassa ulteriormente se si utilizzano delle tecniche più innovative che permettono di realizzare gli impianti dentali mediante chirurgia computer guidata.
Grazie a questo genere di tecnica si riesce a individuare la posizione ideale per inserire l’impianto dentale e ottenere così un risultato funzionale a quelle che sono le esigenze dei pazienti.
In virtù di questo ragionamento, l’unica situazione in cui ci possono essere dei danni al nervo, sono quelli in cui il dentista commette un errore chirurgico che però, con il supporto del computer, statisticamente è un evento molto raro.
C’è rischio per le persone anziane? Cosa fare dopo l’intervento?
Erroneamente si tende a credere che l’intervento chirurgico necessario per inserire un impianto dentale fissandolo sull’osso mandibolare oppure su quello mascellare, non possa essere previsto per persone più in là con l’età.
In realtà non c’è alcuna evidenza scientifica su un maggiore rischio riguardante l’installazione di un impianto dentale su una persona anziana, a patto che non rientri nelle casistiche descritte nei precedenti paragrafi.
Questo significa che se una persona anziana non è alle prese con il diabete, ne ha patologie cardiovascolari e non è fumatrice, non c’è alcun motivo per non prendere in considerazione quest’opportunità.
Detto questo, ci sono alcune cose che devono essere fatte immediatamente dopo l’intervento chirurgico per evitare infiammazioni oppure per non avvertire un forte dolore nei giorni successivi.
Per prima cosa il paziente deve prevenire l’insorgenza del dolore e della possibile infiammazione assumendo degli appositi antinfiammatori che saranno prescritti dal dentista. Dovrà essere portata avanti una terapia per una durata di almeno di 2-3 giorni. Ci possono essere anche situazioni in cui l’intervento chirurgico si dimostri più complesso e delicato, ma ugualmente si riuscirà a gestire il tutto magari con l’aiuto di alcuni normali antidolorifici.
Da sottolineare infine, che è del tutto normale ritrovarsi per almeno 7 giorni dopo l’intervento, con una sensazione di gonfiore e comunque di indolenzimento di tutta l’arcata dentale, mentre i lividi solitamente scompaiono in 5 oppure in 7 giorni.
Nel caso in cui dovessero esserci anche delle infezioni, allora ci si deve rivolgere quanto prima al proprio medico curante che prescriverà una terapia adeguata per evitare di apportare anche danni agli impianti appena inseriti.
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