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Parodontite: quali sono i sintomi e come curarla?

A cura di Redazione

Parodontite: quali sono i sintomi e come curarla?

La parodontite, altrimenti nota come malattia parodontale o piorrea, è un disturbo molto diffuso che interessa circa il 15% della popolazione italiana. L’infiammazione batterica polimicrobica colpisce e danneggia le strutture che sostengono i denti e i tessuti. Comprendere i sintomi iniziali e intervenire prontamente previene conseguenze importanti, come la caduta degli elementi dentari. Scopriamo cos’è la parodontite e come curarla.

I sintomi della parodontite

La parodontite è la diretta conseguenza di una cattiva e insufficiente igiene orale. La malattia trova nella placca batterica la causa principale. Ogni giorno la bocca viene attaccata da milioni di batteri gram negativi che si depositano tra le gengive e i denti. Se i microrganismi non vengono adeguatamente rimossi con una pulizia accurata, scatenano l’infiammazione (gengivite) coinvolgendo il parodonto, costituito da osso alveolare, cemento di rivestimento della radice del dente, gengiva e legamento parodontale.

L’ereditarietà genetica, lo stress, il tabagismo, una carenza di vitamina C, le difese immunitarie basse, il diabete, alcune malattie sistemiche, le neoplasie ma anche un intervento odontoiatrico eseguito malamente e in scarse condizioni igieniche rappresentano ulteriori aggravanti della malattia.

I sintomi iniziali della piorrea sono un campanello d’allarme da non sottovalutare per prevenire conseguenze più gravi, come la perdita degli elementi dentari nel tempo.

Il primo indizio della malattia è senza dubbio il sanguinamento gengivale innescato, nei primi stadi della malattia, dal movimento meccanico dello spazzolino, mentre nei casi più gravi può avvenire anche spontaneamente. Attenzione, però, perché il tabacco, noto vasocostrittore, maschera il fenomeno. A tal proposito, si può fare riferimento ad altri sintomi secondari come:

  • recessione gengivale, le gengive si ritirano lasciando scoperta parte della radice, causando il cosiddetto dente lungo;
  • lieve mobilità di alcuni elementi dentari, in fase tardiva si assiste all’aumento progressivo dell’instabilità dentale e dello spazio tra un dente e l’altro;
  • gengive rosse e doloranti;
  • ascessi parodontali molto dolorosi causati dall’infezione tipica di uno stadio avanzato;
  • alitosi;
  • carie diffusa;
  • aumento della sensibilità a cibi e bevande fredde oppure calde;
  • perdita irreversibile dei denti.

Va comunque chiarito che la sintomatologia è dolorosa solo nelle fasi tardive della malattia quando non è più curabile.

Come curare la parodontite?

Se presa per tempo, la piorrea può essere reversibile. Esistono diversi approcci per impedire la caduta definitiva dei denti, alcuni invasivi ed altri meno. Tuttavia, la prevenzione e i regolari controlli odontoiatrici restano gli unici rimedi per impedire che la malattia possa prendere il sopravvento, deturpando la naturale bellezza del sorriso e la sua integrità.

Fino a qualche anno fa, l’unica soluzione alla piorrea era la protesi mobile oppure fissa. Oggi, invece, è possibile salvare gli elementi dentali, evitandone la caduta irreversibile rivolgendosi immediatamente al dentista alla comparsa dei primi sintomi allarmanti.

Negli stadi iniziali della malattia una buona detartrasi, ovvero la rimozione professionale sotto gengivale di placca e tartaro, può essere sufficiente per risolvere il problema.

In alcuni casi si ricorre, invece, al curettage gengivale cioè un trattamento eseguito in anestesia locale che consiste nel raschiamento della parete gengivale in modo da eliminare i tessuti molli infettati della tasca parodontale, ripulendo anche la radice eventualmente esposta del dente.

Quando però le tasche diventano molto più profonde superando i 5 mm, è possibile intervenire in due modi: chirurgicamente oppure con il laser. Quest’innovativa tecnica evita l’approccio con il bisturi (quando è possibile) sfruttando l’azione del microscopio e del laser parodontale. Assolutamente indolore, il trattamento di solito non necessita di anestesia locale. Elimina efficacemente i batteri depositati nelle tasche parodontali, sterilizzandole e raggiungendo senza alcuna difficoltà quelle aree impossibili da trattare con i classici farmaci, i collutori e gli strumenti manuali e meccanici utilizzati di norma per la pulizia sopra e sotto gengivale. Il laser rigenera i tessuti ed è anche meno costoso dell’intervento chirurgico tradizionale.

L’intervento con il bisturi, invece, prevede un’incisione sulla gengiva, attraverso la quale si raggiunge la superficie della radice del dente e la parte più profonda della tasca in cui sono depositati i batteri. Dopo un’adeguata ripulitura, il rimodellamento guidato osseo e dei canali, si passa alla devitalizzazione del dente e alla chiusura della ferita con dei punti di sutura. Per stabilizzare l’elemento dentario, evitandone la caduta, è importante ricorrere al retainer, ovvero una sorta di rinforzo interno eseguito con un prodotto particolare ma assolutamente invisibile dall’esterno e biocompatibile.

Qualora dopo l’intervento chirurgico le gengive non dovessero tornare da sole al loro posto, in quel caso è necessario provvedere all’inserimento di un nuovo tessuto molle, estrapolato dal palato del paziente. Nei casi più estremi bisogna ricorrere all’estrazione del dente impiantandone uno nuovo su una vite al titanio fissata nell’osso, in modo da ritrovare il sorriso e l’autostima.

Un trattamento per ogni tipo di parodontite

La parodontite si suddivide nelle seguenti tipologie.

  • PARODONTITE CRONICA, nota anche come apicale, questa forma di piorrea è caratterizzata dalla perdita graduale del tessuto. Causata principalmente da depositi di placca batterica e tartaro, può presentarsi già in età adolescenziale sotto forma di gengivite, peggiorando nei periodi di stress e debolezza, quando le difese immunitarie sono basse e rendono vulnerabile la persona agli attacchi di virus e batteri. Il rischio aumenta nei fumatori.

  • PARODONTITE AGGRESSIVA, caratterizzata da un rapido assorbimento delle gengive, può manifestarsi a qualsiasi età. Nei soggetti al di sotto dei trent’anni è localizzata e intacca in particolare gli incisivi e i primi molari, mentre negli adulti e negli anziani è diffusa a tutto il parodonto.

  • PARODONTITE ULCERO-NECROTIVA, tra le forme più gravi di piorrea, si contraddistingue dalle precedenti per la presenza di particolari papille e di sanguinamento spontaneo dai margini gengivali ormai ulcerati e in necrosi. Questa tipologia è strettamente legata a malattie sistemiche come ad esempio l’AIDS, il morbillo, la varicella, la leucemia e la tubercolosi. Altri fattori di rischio che incidono sullo sviluppo della patologia sono: il fumo, lo stress, la malnutrizione, la scarsa igiene orale e la depressione.

In base al tipo di parodontite è necessario intervenire in maniera differente. Il trattamento endodontico è utile per curare la piorrea cronica, evitare la perdita del dente e debellare i batteri responsabili dell’infezione. Il professionista rimuove la polpa infiammata e contaminata, disinfetta i canali, sagomandoli e riempiendoli di materiale di sostegno biodegradabile. Per ottenere la guarigione completa e definitiva dalla malattia, bisogna effettuare la devitalizzazione del dente. Le lesioni ossee verranno lentamente riassorbite in maniera fisiologica.

La piorrea aggressiva richiede invece un trattamento farmacologico a base di antibiotici. Potrebbe essere necessario ricorrere anche alla cura delle tasche parodontali. Nel caso della parodontite ulcero-necrotica vanno effettuati dei regolari sciacqui di clorexidina, in sostituzione del classico spazzolino il cui sfregamento contro la superficie dentale e le gengive può risultare parecchio doloroso. La terapia locale va associata ad un trattamento con farmaci specifici e il più delle volte anche ad un intervento chirurgico mirato.

Parodontite, come curarla con rimedi naturali

Accanto alla terapia farmacologica per la cura della parodontite, meritano attenzione anche alcuni rimedi naturali utili per velocizzare la guarigione e ridurre la sintomatologia.

La propoli, ad esempio, vanta notevoli proprietà antibatteriche, antimicrobiche, antinfiammatorie ed è un rimedio molto valido per alleviare la sensazione dolorosa e il progredire dell’infiammazione.

Il pepe nero, anch’esso antibatterico, contribuisce a ridurre il gonfiore e l’arrossamento delle gengive, rinforzandole.

L’aloe vera, il tarassaco, la betulla o la salvia, applicati localmente, alleviano gran parte dei disturbi e dei sintomi della piorrea.

Anche l’alimentazione può contribuire a ridurre i disturbi da parodontite e il rischio di contrarre la malattia. Attenzione quindi ai cibi e alle bevande contenenti zuccheri; via libera invece agli alimenti ricchi di calcio e di vitamina C. La verdura contribuisce a pulire il palato, evitando il deposito dei batteri tra i denti e nelle gengive.

Naturalmente, i rimedi naturali non sono miracolosi, non risolvono del tutto la malattia e non sostituiscono l’efficacia di un farmaco o, quando è necessario, l’intervento chirurgico, il laser o la pulizia periodica dentale da placca e tartaro.

L’importanza della prevenzione nei bambini

Come più volte è stato ribadito, la prevenzione è alla base di un buono stato di salute del cavo orale. Alcune forme di parodontite si sviluppano in età giovanile e se non vengono curate adeguatamente possono comportare delle recidive aggressive nel corso dello sviluppo.

Educare i ragazzi ad una corretta igiene orale quotidiana fin dalla tenera età è importante per prevenire problemi futuri. Ma non basta! È necessario che i pazienti più piccoli vengano sottoposti regolarmente a sedute di pulizia dentale professionale presso uno studio dentistico di fiducia.

Queste piccole accortezze consentiranno di contenere il problema prima ancora che si manifesti riducendo di gran lunga i costi di intervento.

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