A cura di Redazione
La malattia parodontale, nota anche come piorrea, è un’infiammazione degenerativa del parodonto, ovvero dell’insieme dei tessuti che sostengono il dente. Se questa non viene trattata in maniera adeguata, può provocare la perdita del dente, anche se questo dovesse essere sano. Si tratta di una patologia grave, ma che se diagnosticata in maniera tempestiva, oggi può essere curata con successo, anche negli stadi più gravi. Stando alle ultime ricerche, la piorrea è tra le patologie più diffuse al mondo e ad essere colpiti sono principalmente gli adulti intorno ai 38 anni. In tutto il mondo, sarebbero circa 743 milioni le persone affette da questa malattia.
Che cos’è la piorrea?
Il termine piorrea deriva dal greco e letteralmente indica lo scolo di pus. Infatti, questa parola viene utilizzata in riferimento alla fase terminale della vita di un dente, quando si verificano in contemporanea queste tre condizioni, ovvero:
- la fuoriuscita di sangue in maniera abbondante e di pus dal parodonto;
- la mobilità del dente colpito;
- la sua incapacità nel svolgere la sua funzione principale, quella di masticare.
La piorrea non è altro che una condizione dovuta a una parodontite trascurata o non trattata in maniera tempestiva. Quest’ultima, infatti, nel suo stadio iniziale, non va ad intaccare la radice del dente, ma solo la corona, pertanto, se si agisce rapidamente, vi sono ottime probabilità di risoluzione senza ricorrere alla chirurgia. Se questa non viene adeguatamente trattata, invece, provoca un’infiammazione cronica del parodonto, ovvero di tutti quegli elementi che si trovano intorno al dente, come le gengive, il legamento parodontale, gli alveoli e l’intero apparato osseo.
Per questa ragione, in odontoiatria, viene indicata anche come malattia parodontale o più semplicemente parodontite, mentre il termine piorrea è, oramai, poco utilizzato o impiegato in maniera scorretta.
La parodontite rappresenta lo step successivo e finale della gengivite: le gengive si staccano dai denti, provocando la formazione delle cosiddette sacche parodontali che, a loro volta, creano danni alla struttura ossea del dente. A questo stadio, se non si interviene tempestivamente, i denti cominciano a vacillare, perdono la loro funzione masticatoria e, nei casi più gravi, cadono. Recuperare il dente diventa impossibile, pertanto, si parla di parodontopatia espulsiva.
Le parodontopatie possono essere di diverse tipologie, ma la più comune è quella cronica, ovvero quella che viene indicata anche con il termine di piorrea. Quest’ultima, dunque, è in grado di distruggere in maniera progressiva, l’intero apparato di sostegno dei denti, generata da batteri, che si presenta con i sintomi tipici di un’infiammazione, come il sanguinamento gengivale.
La piorrea può manifestarsi anche nei bambini, anche se si tratta di casi più rari. Generalmente, in età pediatrica, questa malattia è causata da situazioni anatomiche particolarmente sfavorevoli e da una scarsa igiene orale. Il trattamento più indicato, in questo caso, è l’intervento chirurgico, finalizzato ad evitare la perdita del dente.
La piorrea è contagiosa?
Nonostante si tratti di una patologia di origine infettiva, in quanto causata dai batteri, la piorrea non rientra tra le malattie contagiose e non può trasmettersi attraverso il bacio, come in molti erroneamente credono.
La malattia è causata, infatti, da batteri provenienti dalla placca dentale, quindi si tratta di microorganismi non in grado di passare da un organismo all’altro. Quindi, anche se è una patologia infettiva, non può ritenersi contagia.
Tuttavia, vi sono dei casi in cui la piorrea viene detta contagiosa, ma si tratta di una condizione molto rara. I batteri della piorrea possono passare da un individuo all’altro, ma affinché la malattia si presenti, dovrebbero riuscire a colonizzare in profondità il solco gengivale. Per far sì che questo avvenga, però, ci dovrebbero essere alcune condizioni di base, come una scarsa igiene orale, un pH basso, una scarsa presenza di ossigeno e una particolare condizione genetica. In ogni caso, i baci possono essere scambiati tranquillamente.
La piorrea è ereditaria?
Diversi studi scientifici e clinici hanno dimostrato che la piorrea ereditaria non esiste, anche se avere dei familiari affetti da questa patologia può favorire una certa predisposizione. Tuttavia, avere una predisposizione genetica, non significa, per forza di cosa, sviluppare la malattia, anche se può lo stesso manifestarsi per altre cause, come la scarsa igiene orale.
Chi ha familiari affetti da piorrea o parodontite deve prestare particolare attenzione all’igiene orale, che deve essere sempre molto scrupolosa, recarsi periodicamente da un igienista dentale per effettuare una pulizia più approfondita e, fondamentale, avere anche uno stile di vita sano, evitando fumo e stress, fattori che incidono sicuramente sul manifestarsi della malattia. L’igiene professionale dovrebbe avvenire almeno 2 o 3 volte l’anno.
Inoltre, bisognerebbe prestare molta attenzione ai primi campanelli d’allarme come il sanguinamento gengivale durante il lavaggio dei denti o gengive che iniziano a ritirarsi.
I tipi di piorrea
La piorrea o parodontite può essere di varie tipologie: parodontite cronica, parodontite aggressiva e parodontite ulcerp-necrotica.
Parodontite cronica
Questa tipologia si manifesta fin dall’adoloscenza sotto forma di gengivite, che se non trattata in maniera adeguata, progredisce lentamente con il passare degli anni e con sintomi comuni, come il sanguinamento gengivale, l’infiammazione e la riduzione dell’osso. La gravità della patologia, può dipendere da diversi fattori.
Parodontite aggressiva
La parodontite aggressiva è presente nel paziente fin dalla pubertà e si contraddistingue per avere una rapida azione. In età adolescenziale colpisce principalmente alcune zone della dentatura, mentre, in età adulta si diffonde in maniera generalizzata. I principali sintomi di questa patologia sono il sanguinamento gengivale, il dolore ai denti, gonfiore a livello delle gengive, distruzione dell’osso, con conseguente perdita del dente. Quest’ultima riguarda principalmente i denti incisivi e i molari.
Parodontite ulcero-necrotica
La parodontite ulcero-necrotica è una forma che colpisce, in maniera particolare, le popolazioni che vivono in paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, dove vige la scarsa nutrizione e l’igiene orale insufficiente. Oltre che sanguinanti, le gengive risultano essere ulcerose e necrotiche. L’osso subisce un deterioramento piuttosto rapido ed è possibile notare un ingiallimento intorno ai bordi gengivali. Si tratta di una patologia molto acuta e piuttosto grave che può dipendere anche da altre condizioni, quali la depressione, il fumo e lo stress.
Quali sono le cause della piorrea?
Le cause e i fattori di rischio che causano la piorrea sono molteplici. Tuttavia, la causa principale, resta la scarsa igiene orale o un’igiene orale non adeguata. Se la pulizia dei denti avviene in maniera scorretta, i germi si accumulano sulla superficie dentale, formando placca che si trasforma lentamente in tartaro.
A questo punto, le tossine, gli enzimi e i metaboliti prodotti riescono a penetrare all’interno delle gengive, dando origine ad un processo infiammatorio. Le gengiva sofferente, appare gonfia, arrossata, al tatto soffice e sanguina facilmente.
In questa fase, se la placca e il tartaro vengono rimossi, il tessuto infiammato ritorna alla normalità, grazie all’intervento del dentista. Altrimenti, si manifesta una lenta, ma inesorabile, retrazione gengivale, con la formazione delle tasche gengivali.
Successivamente, viene aggredito anche l’osso e possono manifestarsi ascessi gengivali, denti che vacillano e tasche sempre più profonde, fino ad arrivare alla caduta del dente.
Inizialmente la piorrea non è dolorosa, per questo è difficile accorgersene in tempo. Oltre alla scarsa igiene orale, però, possono esserci altre cause, come:
- condizioni di salute generale precarie;
- difese immunitarie basse, dovute a condizioni organiche o psichiche;
- controlli periodici e sedute di igiene orale non regolari;
- fumo;
- tartaro;
- lavori odontoiatri mal eseguiti;
- denti storti;
- situazioni anatomiche che rendono difficoltosa o impossibile una corretta igiene orale.
Come prevenire la piorrea?
La piorrea è una patologia che si può prevenire e, proprio nella prevenzione, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale.
Fondamentale è mangiare molta frutta e verdura, in quanto la vitamina C contenuta a loro interno rinforza le gengive e diminuisce il sanguinamento. Inoltre, aiutano a mantenere più pulito il cavo orale.
Molto importanti sono anche gli alimenti ricchi di calcio, come i latticini. Questo minerale è utile per rinforzare il sistema immunitario e per prevenire le infezioni.
Infine, il pesce e l’olio di pesce, sono alimenti importanti per la salute del cavo orale.
Sono da evitare, invece, i cibi particolarmente croccanti, perché vanno ad irritare ulteriormente le gengive, le bevande gassate e gli alimenti ricchi di zuccheri come dolci, caramelle, marmellata e cioccolato.
Subito dopo aver mangiato è importante lavare accuratamente i denti con un spazzolino a setole morbide o, meglio ancora, con uno spazzolino elettrico.
La pulizia dopo ogni pasto è fondamentale per rimuovere la placca. Quest’ultima, se non viene rimossa entro un limite massimo di 8 ore, innesca il processo di trasformazione in tartaro che può essere rimosso solo dal dentista.
Durante la pulizia quotidiana, occorre anche passare il filo interdentale almeno una volta al giorno, per rimuovere in maniera più efficace i residui di cibo tra i denti. Infine, ogni sei mesi, si consiglia di sottoporsi all’igiene dentale professionale.
Quali sono i sintomi della piorrea?
La piorrea è una malattia subdola poiché, soprattutto nella fase iniziale, presenta sintomi piuttosto vaghi e facilmente ignorabili. Ecco quali sono i sintomi più comuni per riconoscere la piorrea in maniera tempestiva:
- sanguinamento gengivale, soprattutto durante lo spazzolamento;
- infiammazioni alle gengive;
- gengive gonfie e dolenti;
- recessione gengivale, le gengive si ritraggono fino a lasciare scoperta la radice del dente;
- sensibilità gengivale, soprattutto in caso di alimenti duri;
- alito cattivo, questo può essere un campanello d’allarme di varie patologie, piorrea compresa;
- sensibilità dentale, in particolare in caso di cibi o bevande troppo calde o fredde o dolci;
- aumento di spazio tra i denti, tipico sintomo della parodontite, in quanto diminuisce la stabilità dentaria;
- denti che si muovono, un segnale particolarmente allarmante;
- denti che cadono, si tratta della fase conclusiva della malattia.
Se si manifestano uno o più sintomi di questi sopra elencati, è necessario recarsi il più presto possibile dal proprio dentista.
Piorrea rimedi naturali
La piorrea può essere contrastata anche con dei rimedi naturali, in particolare con piante e oli essenziali in grado di rafforzare le gengive e aumentare le difese contro gli attacchi batterci.
Vediamo nel dettaglio quali sono questi rimedi e come utilizzarli, affinché siano realmente efficaci per contrastare una patologia grave come la piorrea o parodontite, che dir si voglia.
1. La malva
La malva e in particolare i fiori e le foglie, è ricca di mucillagini. Queste ultime sono note per le loro proprietà emollienti e antinfiammatorie per tutti i tessuti molli del corpo. I principi attivi di questa pianta sono in grado di rivestire le mucose e di proteggerle dagli agenti irritanti, esercitando un effetto lenitivo e decongestionante.
2. Olio essenziale di tea tree
L’olio essenziale di tea tree o di Malaleuca vanta numerose proprietà antibatteriche e antinfiammatorie. Per questo è indicato e risulta essere particolarmente efficace in caso di placca dentale, afte, ascessi e, ovviamente, la piorrea. Può essere utilizzato sotto forma di lozione per effettuare dei risciacqui, utili per prevenire la placca. In caso di infiammazione gengivale, invece, si possono aggiungere 15-20 gocce all’interno di un bicchiere d’acqua per i gargarismi o utilizzare un paio di gocce applicate direttamente sullo spazzolino con il dentifricio, nella pulizia quotidiana dei denti.
3. La salvia
La salvia è una pianta molto utile per tutti i casi di infezione alla bocca. In caso di gengive gonfie, tumefatte e calde, è possibile utilizzare un decotto di salvia per alleviare i sintomi. Per prepararlo occorre mettere a bollire un litro d’acqua con 50 grammi di foglie di salvia. Dopo circa mezz’ora, filtrare il liquido e effettuare dei risciacqui circa 2 o 3 volte al giorno, in base all’occorrenza.
4. L’arnica montana
Si tratta di un’erba appartenente alla famiglia delle Astraceae. Quest’ultima svolge un’azione stimolante per la circolazione e viene utilizzata, solitamente, per le sue proprietà analgesiche e antiflogistiche. Per quanto riguarda la parodontite può essere assunta in una dose unica o, in alternativa, essere utilizzata per effettuare gargarismi e risciacqui con le gocce di tintura madre. Inoltre, è utile anche prima e dopo le estrazioni chirurgiche dentarie, perché velocizza la guargione e aiuta a ridurre il gonfiore e il dolore.
5. La ratania
La ratania è una pianta poco nota del genere Krameria. Gli Indios utilizzavano la radice di questa pianta per le cure e l’igiene della bocca. Ancora oggi risulta essere efficace anche per la piorrea, grazie alle sue proprietà astringenti, antinfiammatorie e battericide. Generalmente è già presente in alcuni dentifrici e collutori, ma si possono eseguire anche risciacqui con il decotto della radice di questa pianta.
6. Aloe vera
Si tratta di una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Aloeacee che predilige climi caldi e secchi. I suoi principi attivi sono molto simili a quelli degli antibiotici, ma con meno effetti tossici. L’aloe vera è costituita da diverse sostanze che apportano numerosi benefici all’organismo umano. Tra le proprietà più note vi sono quelle antinfiammatorie, cicatrizzanti e antiossidanti. Per contrastare la piorrea è possibile effettuare dei risciacqui con dei preparati che generalmente si trovano in commercio.
7. La graviola
Una pianta di origine sud-americana, molto apprezzata in Brasile per il suo sapore e il suo aroma molto gradevole. La graviola è utile contro la parodontite per le sue proprietà antibatteriche e astringenti. Da diversi anni è oggetto di studio per un suo composto, l’acetogenina, che dovrebbe avere effetti antitumorali.
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