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Sensibilità dentale: sintomi, cause e rimedi

A cura di Redazione

Sensibilità dentale: sintomi, cause e rimedi - iDent Roma

La sensibilità dentale è una vera e propria patologia: in caso di denti sensibili, infatti, si registrano fitte, più o meno dolorose, nel momento in cui si entra a contatto con bevande troppo fredde o calde. Lo stesso dicasi per i cibi, se eccessivamente acidi, salati o dolci.

Quello della sensibilità dentale è un disturbo ampiamente diffuso, tanto è vero che a soffrirne è una persona su due. Si rivela molto fastidioso, al punto che impedisce di gustarsi appieno un tè caldo durante l’inverno o un gelato in piena estate. Anche quando si lavano i denti, l’ipersensibilità porta il diretto interessato a concludere prima le operazioni di pulizia che, spesso, vengono considerate una tortura a tutti gli effetti. Anticipando, però, i tempi delle procedure di igiene orale, si finisce per spianare la strada a disturbi di entità ben più seria. Ecco perché il problema dei denti sensibili non va in alcun modo sottovalutato.

Sensibilità dentale: quali sono le cause più ricorrenti?

I denti si dimostrano sensibili, nel momento in cui si assottigliano le gengive e lo smalto. La dentina, vale a dire lo strato deputato a rivestire la polpa dentale, si ritrova scoperta. E siccome è proprio qui che si trovano le terminazioni nervose, le fitte di dolore iniziano a essere più evidenti.

La causa più ricorrente in riferimento alla sensibilità dentale è strettamente collegata all’esposizione della dentina: le sensazioni di freddo così come quelle di caldo arrivano in maniera diretta al nervo mediante i tubuli. Questi ultimi non sono altro che i fori, situati sulla superficie di questo strato. Ragion per cui, il fastidio appare più intenso.

L’erosione dello smalto rappresenta una dissoluzione del tessuto dentale: responsabile è l’azione arrecata da acidi estrinseci ed intrinseci che non vengono prodotti nel cavo orale. In questo modo, le strutture dentali si assottigliano. In caso di carichi masticatori, anche se non contraddistinti da una certa intensità, si corre il rischio di ritrovarsi micro traumi ai denti sensibili.

Come mai la dentina appare troppo esposta agli stimoli esterni?

Diversi sono i fattori che comportano la riduzione dello smalto e i dolori più o meno lancinanti. Due sono le categorie: fattori patologici e fattori non patologici. Rientrano nella prima, la carie, la recessione gengivale, il caso del dente incrinato; fanno parte della seconda, le gengiviti, la retrazione delle gengive, il digrignamento dei denti.

Nei dettagli:

  • carie: se la carie arriva in profondità, raggiungendo la polpa dentale, si registra un’evidente ipersensibilità dei denti. A fronte di carie piuttosto estese, la suddetta condizione di sensibilità dentale può essere presente anche in seguito all’otturazione. A fronte di mancata riduzione di quest’ultima nel giro di un periodo di tempo pari a un trimestre, è il caso di intervenire mediante devitalizzazione del dente;
  • recessione gengivale: in caso di parodontite e di altre specifiche patologie, si può verificare una recessione gengivale. Tutto ciò fa sì che la dentina risulti ancora più esposta a stimoli esterni, tattili, osmotici, chimici, termici o evaporativi;
  • caso del dente incrinato: continui micro traumi comportano l’incrinazione del dente. Nei casi più seri, possono verificarsi addirittura delle micro fratture che danno luogo a un’eccessiva sensibilità dei denti, in quanto rappresentano un accesso diretto a quelli che sono gli strati più profondi;
  • gengiviti: le infiammazioni gengivali possono dipendere anche da un modo errato di spazzolare i denti. Movimenti troppo bruschi e non nello stesso verso non giovano di certo alla salute delle gengive. Nei casi peggiori, il rischio più evidente è quello di ritrovarsi con il problema della retrazione delle gengive;
  • digrignamento dei denti: se effettuato di continuo, lo smalto dentale finisce inevitabilmente per consumarsi. Questa erosione può comportare alla tanto temuta ipersensibilità dentale;>
  • abfraction: non meno rara come causa dei denti sensibili è quella tipologia di lesione che di primo acchito sembra un’abrasione, ma in realtà non lo è. Si tratta di un’abfraction, vale a dire di una lesione di natura non cariosa, connessa alla masticazione traumatica.

Non va dimenticato poi che anche l’aria fredda, respirata con i denti serrati, tende a comportare ipersensibilità, arrecando dolori invasivi e fastidi tutt’altro che indifferenti. Anche le continue pulizie dei denti e altri interventi di natura odontoiatrica, quali il posizionamento di una corona o il restauro, possono causare un’eccessiva sensibilità dei denti.

Diverse persone, poi, sono solite sviluppare una sensibilità dentale a ridosso di un trattamento di sbiancamento dentale. Questo perché il componente sbiancante contenuto all’interno del prodotto tende a penetrare dapprima nello smalto e poi nella dentina, raggiungendo il centro del dente: in questo modo, il diretto interessato avverte irritazione e sensibilità piuttosto marcate.

A differenza degli altri casi descritti in precedenza, nelle operazioni di pulizia, il disturbo è solamente temporaneo, tanto è vero che a distanza di poche settimane dalla conclusione del trattamento o dalla fine dell’intervento, il fastidio tende a scomparire.

Quali sono i sintomi più frequenti che caratterizzano la sensibilità dentale?

Forti fastidi durante la masticazione, dolori improvvisi ed acuti quando si beve e sanguinamenti continui durante le pratiche di igiene orale, contraddistinguono l’ipersensibilità in oggetto.

Quali sono i principali rimedi per ridurre la sensibilità dentale?

Qualora la causa dell’ipersensibilità dei denti fosse correlata a fattori non patologici, quali micro fratture o parodontite, è il caso di tenere in considerazione i suddetti accorgimenti:

  • ricorso a un dentifricio naturale, a bassa abrasività e ad hoc per l’ipersensibilità dei denti. Se contiene oli essenziali o se presenta una composizione a base di erbe, tanto meglio;
  • utilizzo di uno spazzolino a testina corta e a lunghezza variabile, dotato di setole morbide: è questo nel complesso lo spazzolino ideale per una corretta igiene orale;
  • applicazione sui denti di un gel al fluoro, basta spalmarlo sulla zona sensibile per tre volte al giorno. Non c’è bisogno di risciacquare;
  • impiego costante di collutori e di gel per evitare la formazione della placca;
  • uso attento del filo interdentale: bisogna prestare attenzione a non fare passaggi troppo energici, soprattutto in caso di denti troppo vicini oppure storti. Questi ultimi rischierebbero di lesionare le gengive, causando il loro sanguinamento. Bisognerebbe farsi sempre consigliare da un esperto qual è il filo interdentale più adatto alle proprie esigenze. Tra opzioni cerate e non cerate, deputate a rimuovere placca e tartaro, c’è solo l’imbarazzo della scelta;
  • i denti vanno spazzolati in modo corretto, vale a dire nello stesso verso e in modo non aggressivo. Occorre effettuare movimenti verticali per i due lati delle arcate, partendo sempre dal colletto del denti in direzione dell’apice, e mai spazzolare orizzontalmente, con la sola eccezione delle superfici masticatorie di molari e premolari. Qui, il movimento orizzontale è praticamente d’obbligo. Inoltre, non bisogna mai sconfinare nell’altra arcata. Agendo in questo modo, lo smalto non si rovina e non ci si imbatte nella recessione gengivale. In tal senso, è una saggia decisione aumentare la frequenza di pulizia (in genere entro un’ora dopo ciascun pasto), cambiare anche il filo interdentale e di impiegare lo spazzolino elettrico piuttosto che quello manuale, in quanto contraddistinto da un funzionamento automatico. In questo modo, infatti, il diretto interessato non deve fare alcun tipo di sforzo per pulire a fondo i denti;
  • in caso di bruxismo, vale a dire il digrignamento dei denti, l’impiego di un apposito bite si rivela utile per contrastare con efficacia il problema dei denti sensibili. I bite antibruxismo sono dei dispositivi in gomma che è opportuno inserire sulle arcate dentarie, affinché si eviti il digrignamento dei denti nel cuore della notte;
  • in termini di scelte alimentari, è bene ridurre l’assunzione di cibi acidi e di sostanze osmoticamente attive, come gli zuccheri. Bevande dolcificate, bibite gasate, birra, vino e i troppi caffè, a lungo andare, comportano per forza di cose l’usura dello smalto.
  • infine, a fronte di eventuale malattia da reflusso gastroesofageo, è bene che il paziente la lasci curare, non facendo passare il problema in secondo piano, visto che incide sulla sensibilità dei denti.

Conclusioni

Qualora il problema della sensibilità dentale dovesse persistere ulteriormente, nonostante la massima attenzione ai suggerimenti indicati, allora è il caso di mettersi in contatto con uno specialista, dato che, con ogni probabilità, alla base del disagio vi sono fattori patologici.

Le soluzioni ambulatoriali, tra i vari approcci terapeutici, sono consigliate per favorire la graduale diminuzione dei sintomi, tipici dei denti sensibili: ad esempio, l’applicazione professionale di resine fluorate mira a sigillare i tubuli dentali, dimostrandosi foriera di ottimi risultati in caso di smalto eroso oppure di eccessiva sensibilità dei denti.

In linea di massima, comunque, è possibile asserire che una buona igiene orale nel trattamento domiciliare si dimostra in grado di prevenire i fastidi tipici dei denti sensibili. Lo stesso dicasi per le carie, le gengiviti e le infiammazioni, notoriamente, fra le cause primarie della sensibilità dentale.

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